Intervista LAC

Com’è nata l’idea di proporre il Barbiere di Siviglia a Lugano?

Dall’apertura del LAC ho sempre pensato che fosse giunto il momento di riportare l’Opera a Lugano che storicamente aveva non solo una tradizione ma pure un’importanza strategica per questo repertorio. La mia prima proposta era per un’ importante ma poco frequentata opera barocca di Händel con la presenza di balletto, cori misti, molti solisti (Il Pastor fido). Abbiamo lavorato qualche mese su questo progetto. Mi è stato poi chiesto di proporre in alternativa un titolo più “popolare”. In maniera provocatoria ho indicato “Il Barbiere di Siviglia” come il titolo popolare per eccellenza. La provocazione è diventata convinzione. ed eccoci a realizzare questo capolavoro come prima opera in scena al LAC

 

2 Cosa significa reinterpretare il Barbiere di Siviglia per un ensemble ‘atipico’ per un’Opera, come quello dei Barocchisti? È la prima volta che questo accade nella storia di questa Opera?

In verità la tendenza internazionale è sempre più quella di eseguire le opere del passato con strumenti antichi e con prassi esecutiva storicamente informata. I Barocchisti eseguono spesso repertorio ottocentesco, recentemente un grande “tour” dedicato a “Norma” di Bellini.

Si tratta quindi di un ensemble molto più tipico per questa musica che un’orchestra moderna. In quest’anno rossiniano le cose si stanno muovendo ovunque. Scrivo queste righe a Parigi dal “Théâtre des Champs Elisées” dove mi trovo con I Barocchisti per eseguire la versione di Vienna dell’Orfeo di Gluck con la regia di Robert Carsen e dove il collega Jérémie Rohrer ha qualche mese fa eseguito il Barbiere con il suo ensemble di strumenti storici “Le Cercle de l’Harmonie”. A Lugano realizziamo la prima registrazione discografica e televisiva con strumenti storici.

 

3 Dal punto di vista canoro, ciò comporta cambiamenti significativi per gli interpreti?

Useremo un diapason “classico” a 430 Hz che rende più confortevole e più morbido il canto. Per quanto attiene alla registrazione discografica proponiamo per la prima volta la versione di Bologna del 1816 dove il personaggio di Rosina (affidato alla prima grande interprete del Barbiere, Geltrude Righetti Giorgi) si era impossessata di una scena del tenore e aveva ricevuto da Rossini una nuova aria. Probabilmente a Bologna doveva esserci un tenore scarso tanto che persino la “canzone del Conte” era tagliata.

Noi abbiamo a disposizione Edgardo Rocha che è uno dei tenori più acclamati per questo ruolo (che ha deciso di interpretare per l’ultima volta nella sua carriera proprio con noi a Lugano) e quindi manteniamo tutte le sue arie nella versione originale.

 

4 Cosa può raccontarci degli interpreti? Quali sono i criteri che hanno guidato la selezione?

Prendendo la decisione di eseguire il Barbiere con prassi “storicamente informate” era importante trovare una compagnia di canto omogenea per vocalità e stile. L’agenzia “Allegorica” di Paolo Monacchi negli anni ha focalizzato il suo interesse su questo tipo di repertorio e di approccio e dispone dei migliori specialisti del panorama internazionale.

Avremo a Lugano delle Star assolute per il repertorio rossiniano.

Carmelo Rifici mi ha proposto una “Berta” di gran lusso e i ruoli minori sono interpretati da ottimi solisti provenienti dal Coro della RSI.